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ODO Ensemble sori Festival Corée du sud

 

Il canto delle donne nel Mediterraneo

 

Claire Merigoux, voce

Dimitri Boekhoorn, arpe celtiche e antiche

Gregory Coston, no

Samir Hammouch, qanoun

Martin Bauer, viola da gamba

Carlo Rizzo, percussioni

Jean-Lou Descamps, violino ad arco, oud, ecc.

La traversata... una fuga senza tempo, universale, bellissima...

 

Come l'infinita ondulazione delle onde, la Storia si ripete...

 

MESOGEIOS è una creazione per la pace nel Mediterraneo, in omaggio a coloro la cui traversata è stata di un'altra dimensione.

 

ODO torna indietro nel tempo e ci riporta al XIV secolo, a Ravenna in Italia, importante luogo strategico e luogo di scambi nel Medioevo.

 

​ In un contesto segnato dalle lotte, ci invita a un viaggio nel Mediterraneo, per incontrare le donne ei loro canti.

Questa musica è l'espressione femminile di esperienze di vita universali, scaturite da un altro tempo, la cui sincerità dei loro messaggi rimane molto attuale.

 

​Con MESOGEIOS, ODO Ensemble crea un suono unico riunendo musicisti di diversa estrazione con i loro strumenti tradizionali.

 

Percorre il Mediterraneo con questi canti antichi e tradizionali che hanno attraversato l'antichità e poi il medioevo, durante gli scambi commerciali e le varie invasioni:

 

​Musica dall'Italia con brani del Codice Rossi, saltarella, tarantella, poi canti trobadorici, musica arabo-andalusa, canto aramaico, canti tradizionali corsi, sefarditi, ninne nanne egiziane, canti turchi, musica greca e siriana ...

 

​Le civiltà si incontrano da nord a sud, da est a ovest, da ieri a oggi. 

​ Con i venti, il canto delle rose ci accompagna...

Claire Mérigoux, 2017

 Prefazione di Alain Weber, estratto dal libretto del CD di ODO Ensemble - MESOGEIOS - Le Chant des Femmes en Méditerranée

 

"Creato da Claire Merigoux,  l'ensemble "Odo"   si riferisce a Sant'Odoe, questo musicista e monaco benedettino che era de_cc781905-5cde-3194-6193-6bb3b- badcf58d_926 to 942 il secondo abate di Cluny. Questa stessa idea di "monaco musicista" evoca un'epoca in cui pellegrini dell'anima, poeti e mistici erranti, attraversavano montagne, mari e deserti alla ricerca della conoscenza.   Hanno rispecchiato questa idea di "traversata universale senza tempo..." espressa dal progetto "Mesogeios". 

La sacralizzazione della natura e della vita che alimentava l'immaginazione di un mondo tradizionale, di fronte a terre troppo disboscate, fuggiva come una bestia braccata. È nella musica e nella poesia che la nozione di sacro sembra rifugiarsi maggiormente oggi, dove si esprimono ancora pienezza e trascendenza.  

L'ensemble Odo, nelle sue numerose creazioni, disegna la mappa di un mondo antico popolato da miti, racconti (come la canzone turca sefardita "El Rey de Francia"), storie d'amore o tragedie che sono diventate leggende sfidando così i limiti dell'umano condizione. 

Di fronte oggi al restringimento di questa invisibile geografia, è verso l'ipnotico fulgore dell'Oriente che spesso ci rivolgiamo, dimenticando l'epicentro rappresentato dal “Mare Nostrum” il “nostro” Mediterraneo delimitato da 3 continenti.

 

  Attraverso questi canti femminili, dalla lingua d'Oc all'aramaico, da Costantinopoli alla valle di Qadisha in Libano,   dall'Andalusia sefardita alle porte dell'Andalusia sefardita Istanbul, dal Nilo egiziano alla  Grecia, dalla Corsica (dove è nato questo progetto a Pigna)  a Ravenna, luogo strategico e di scambi nel Medioevo , Mesogeios ci ha fatto sbarcare   su sponde dove antichi o  bergers, si intrecciano in un inno alla vita, alla sua bellezza e ai suoi misteri.

 

Sarebbe caricaturale affermare che, grazie a un'ampia sfera di trasmissione orale e a una grande finezza d'ispirazione, al di là di un certo complesso groviglio simbolico rimodellato nei secoli alla luce della spiritualità cristiana, una spinta particolarmente femminile ha saputo portare un patrimonio dove sacro, passione, determinazione e tenerezza coesistono?

 

In questo stesso spirito di trasmissione di un patrimonio che ha plasmato la nostra storia e la nostra identità, questa vasta gamma di espressioni ci porta dal potere dei rituali di possessione come il tarantismo (evocato nella famosa canzone "Tarantella del Gargano") alla tenerezza dell'universale ninne nanne come quella egiziana di “Nami Nami” o quella corsa di “O Ciucciarella”"

 

Alain Weber, 2021

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